Come sempre, padre Serafino Lanzetta riesce a cogliere in poche parole il nocciolo delle questioni, come dimostra la sua definizione, semplice ma profonda, della Tradizione.
Bisognerebbe tornare all’autentico concetto di Traditio, una parola, a dire il vero, oggi pregna di sospetto: presto è sfociata in “tradizionalismo” e quando la sia ascolta facilmente si è prevenuti ed agguerriti pensando a tentativi nostalgici di ritorno ad una Chiesa barocca. Invece, Traditio indica semplicemente il sussistere misterico e metastorico della Chiesa nel tempo guardando oltre il tempo, senza lasciarsi afferrare da nessuna stagione pur calata interamente in ognuna di esse. Traditio è conservare il mistero-Chiesa nonostante il suo passaggio tra i marosi e le consolazioni di Dio e con esso tutto ciò che le generazioni di fedeli che ci hanno preceduto hanno creduto e credendo l’hanno trasformato in preghiera. Se si evita questo concetto, giudicandolo dannoso, c’è il pericolo di fare una nuova Chiesa.
(Serafino M. Lanzetta, Iuxta modum. Il Vaticano II riletto alla luce della Tradizione della Chiesa, pp. 67-68)
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